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La Generazione Z come collezionisti d’arte

Un nuovo ritmo nel mercato

· Mercato dell'arte

Il mondo dell’arte sta vivendo un cambiamento generazionale. Mentre il valore complessivo delle vendite è leggermente diminuito nell’ultimo anno, il numero di transazioni resta stabile e i giovani acquirenti, in particolare la Generazione Z, giocano un ruolo sempre più importante in questa dinamica. Secondo i più recenti rapporti di Art Basel & UBS, le vendite globali di arte nel 2024 sono diminuite di circa il 12% in valore, ma sono aumentate di circa il 3% in volume. In altre parole, si vendono meno opere “trofeo” da diversi milioni di dollari, ma un numero maggiore di opere viene acquistato a prezzi più accessibili. Questa tendenza riflette perfettamente il modo in cui i giovani collezionisti entrano nel mercato.

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Ken Done, Bungle Bungle, 1999 disponibile su Artsper

1. Generazione Z: connessa, impegnata e orientata all’accessibilità

I giovani collezionisti non sono semplicemente versioni in miniatura degli acquirenti più anziani: mostrano comportamenti diversi. Hanno una forte preferenza per l’accessibilità e per opere a prezzi d’ingresso, in particolare stampe, edizioni, multipli o opere di artisti emergenti. Secondo un sondaggio condotto da MyArtBroker nel febbraio 2024, l’89% dei collezionisti della Generazione Z è attratto dalle stampe di artisti emergenti. Inoltre, un rapporto di Avant Arte indica che il prezzo medio delle stampe acquistate dai collezionisti Gen Z nel 2024 è stato di circa 2.000 €, a conferma del loro interesse per opzioni artistiche più accessibili.

Si nota anche un allontanamento da un collezionismo puramente motivato dall’investimento, a favore dell’espressione personale, del sostegno agli artisti, dell’autenticità e del significato. Secondo MyArtBroker, solo il 7% dei membri della Generazione Z considera il potenziale d’investimento un criterio importante al momento dell’acquisto di un’opera.

Infine, i collezionisti Gen Z si sentono perfettamente a loro agio nella scoperta e nell’acquisto online, così come sulle piattaforme digitali, pur mostrando interesse per esperienze ibride che combinano scoperta digitale e visite fisiche alle gallerie. Secondo Art Basel + UBS, i giovani collezionisti (Millennial e Gen Z) sono molto più inclini all’acquisto online e alla scoperta digitale rispetto alle generazioni precedenti.

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Marcus Cederberg, Lisboa walking, 2024 disponibile su Artsper

2. Lezioni per gallerie e mercanti

A partire da queste osservazioni, quali sono le implicazioni concrete per chi lavora con i collezionisti della Generazione Z?

Opere accessibili e a prezzi contenuti: le gallerie devono capire che i giovani acquirenti sensibili al prezzo non cercano necessariamente opere “trofeo”, ma partecipano attivamente al mercato, spesso attraverso stampe, edizioni, multipli o opere di artisti emergenti, generalmente al di sotto della soglia dei 50.000 €.

Trasparenza e orientamento digitale: i giovani collezionisti danno importanza a una comunicazione chiara sui prezzi, alla provenienza delle opere, agli strumenti di scoperta online, alle anteprime in realtà aumentata e all’interazione sui social media.

Narrazione, valori e comunità: le opere che trattano temi legati all’identità, alle questioni sociali, alle voci sottorappresentate e all’autenticità risuonano particolarmente con questa generazione. Ad esempio, artisti come Shirin Neshat e Hassan Hajjaj sanno parlare alle nuove generazioni. Il collezionismo diventa così meno una questione di status e più una ricerca di significato.

Esperienza ibrida: sebbene i canali digitali siano fondamentali, i giovani acquirenti apprezzano anche il contatto diretto, come vedere le opere di persona o visitare le gallerie. Piattaforme come Artsper svolgono un ruolo chiave nel colmare questo divario, offrendo accesso digitale alle opere e completando l’esperienza tradizionale della galleria. In questo contesto, il ruolo della galleria evolve verso quello di facilitatore e punto di riferimento per la comunità.

Relazione a lungo termine più che rivendita rapida: poiché molti collezionisti Gen Z si avvicinano ora al mondo del collezionismo, l’impegno – tramite educazione, storytelling e accompagnamento – è più importante della prospettiva di una rapida rivendita.

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3. È vero che “i prezzi sono più bassi e i giovani tendono ad acquistare opere meno costose come stampe o fotografie”?

In gran parte sì. I dati mostrano che i giovani collezionisti sono sempre più attivi nei segmenti di prezzo accessibili, con una crescita significativa di stampe, multipli ed edizioni. Tuttavia, ciò non significa che tutti i giovani acquirenti si limitino esclusivamente alle opere meno costose. Molti spendono comunque cifre importanti, anche se non cercano necessariamente pezzi ultra-prestigiosi o “trofei”.

Si osserva un chiaro cambiamento strutturale nel mercato: mentre il volume complessivo delle transazioni resta stabile, il valore totale è diminuito. Ciò riflette una tendenza verso acquisti più frequenti ma di importo inferiore, piuttosto che un calo delle vendite di grande entità. È importante sottolineare che dire “i prezzi sono più bassi” non significa che il mercato dell’arte nel suo insieme stia perdendo valore. Il mercato si sta invece stratificando: il segmento blue-chip, in particolare le opere vendute all’asta per oltre 10 milioni di dollari, è sotto maggiore pressione, mentre i segmenti più accessibili mostrano una crescente attività.

Le stampe, la fotografia e le stampe attraggono particolarmente i giovani collezionisti, poiché offrono accessibilità e facilità d’acquisto. Tuttavia, non sono gli unici segmenti di interesse. Anche le opere di artisti emergenti provenienti da contesti culturali diversi e i nuovi formati come l’arte digitale attirano l’attenzione, riflettendo la curiosità della Generazione Z per la diversità, l’originalità e la sperimentazione.

In generale, si possono citare artisti come Shepard Fairey (Obey) e Banksy, molto attivi nel campo delle stampe; KAWS, noto per i suoi art toys da collezione; e artisti digitali come Paul Snell e Angela Cameron, tutti particolarmente apprezzati da questa nuova generazione di collezionisti.

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Maude Ovize, Le plongeon, 2021 disponibile su Artsper

Conclusione

La Generazione Z non è semplicemente la “prossima generazione” di collezionisti: sta trasformando profondamente il panorama del mercato dell’arte. Per gallerie, mercanti e piattaforme, questo cambiamento richiede molto più di un semplice adattamento graduale: implica adottare strumenti digitali di scoperta, garantire trasparenza sui prezzi e proporre uno storytelling coinvolgente, offrendo al tempo stesso opere accessibili senza compromettere la qualità.

Soprattutto, significa considerare i giovani acquirenti non come transazioni isolate, ma come la base per relazioni durature, capaci di costruire fedeltà, comunità e un ecosistema artistico più inclusivo e sostenibile per il futuro.

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