Una decisione storica: l'Italia ha annunciato una drastica riduzione dell'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) sulle vendite d'arte, passando dal 22%, il tasso più alto d'Europa, al solo 5%. Questo nuovo tasso, che dovrebbe entrare in vigore questa settimana, renderà l'IVA sulle transazioni artistiche in Italia la più bassa dell'Unione Europea, superando così la Francia (5,5%) e la Germania (7%). Questa decisione, approvata durante una riunione di governo il 20 giugno, avrà un impatto profondo sull'ecosistema artistico italiano, offrendo un grande impulso alle gallerie, agli artisti e alle case d'asta del paese. Oggi, Artsper analizza i dettagli di questa riforma rivoluzionaria e il suo potenziale per ridefinire il panorama artistico del paese, portando un sollievo alle gallerie, agli artisti e al mercato dell'arte in generale.
Alessandra Bisi, Absolute blu 2, 2021, disponibile su Artsper
Una vittoria importante per il mercato dell'arte in Italia
Sirio Ortolani, presidente di ANGAMC e vicepresidente del gruppo Apollo, ha dichiarato che la riforma fiscale rappresenta una svolta importante per il mercato dell'arte italiano. Ha sottolineato che con questo cambiamento, l'Italia ha ora il potenziale per diventare un centro internazionale di rilievo, attirando gallerie da tutta Europa e fiere d'arte prestigiose. Le parole di Ortolani riflettono l'ottimismo crescente nella scena artistica italiana, che ha affrontato a lungo sfide legate all'alto tasso di IVA, che spesso scoraggiava i collezionisti e i mercanti dal fare affari nel paese.
Questo cambiamento audace segna una rottura significativa rispetto alla posizione iniziale del Ministero della Cultura, che era stato inizialmente riluttante a ridurre la tassa. Ad aprile, una lettera firmata da 500 personalità del mondo dell'arte, tra cui gli artisti rinomati Maurizio Cattelan e Michelangelo Pistoletto, aveva messo in guardia contro l'aliquota IVA del 22%, che rischiava di trasformare l’Italia in un "deserto culturale". L'annuncio della riduzione della tassa è stato un sollievo per il settore culturale, che temeva che l'Italia stesse perdendo la propria competitività nel mercato dell'arte globale.
Antonino Puliafico, Abbaglio Marino, 2022, disponibile su Artsper
Un aiuto per il panorama economico e culturale dell’Italia
Secondo uno studio condotto da Nomisma e Intesa Sanpaolo, il nuovo tasso di IVA potrebbe consentire alle gallerie, ai commercianti e alle case d'asta in Italia di generare 1,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Inoltre, il rapporto stima che l'economia italiana nel suo complesso potrebbe beneficiare di un incremento di 4,2 miliardi di euro. La riduzione dell'IVA dovrebbe stimolare la domanda sia nazionale che internazionale, rendendo l'Italia ancora più attraente per collezionisti, gallerie e case d'asta.
Mauro Mattei, consulente fiscale e collezionista d'arte di Milano, ha osservato che la riduzione dell'IVA potrebbe estendersi anche alla tassa sulle importazioni d'arte, posizionando l'Italia come il mercato dell'arte più competitivo in Europa. Tuttavia, Mattei ha aggiunto che i professionisti del settore stanno ancora aspettando di vedere il testo ufficiale del decreto per confermare come verrà attuata la riduzione dell'IVA.
Mimmo Rotella, Campo N.10, 1998, disponibile su Artsper
Impatto su gallerie e artisti
La riduzione dell'IVA avrà un impatto particolarmente significativo sulle gallerie e sugli artisti italiani, che sono stati a lungo penalizzati da questo alto tasso. Le gallerie italiane, ora in grado di operare con una struttura fiscale più competitiva, dovrebbero vedere un aumento delle vendite sia a livello nazionale che internazionale. Gli artisti beneficeranno anche di questa attività aumentata, poiché la riduzione delle imposte aprirà maggiori opportunità per mostre, vendite e collaborazioni internazionali.
Andrea Festa, gallerista d'arte contemporanea a Roma, ha espresso il suo sollievo per questo cambiamento, osservando che l'alto tasso di IVA in Italia metteva prima le gallerie in una posizione svantaggiosa rispetto alla concorrenza. "In un mercato dell'arte globalizzato, diventa sempre più importante per gli artisti collaborare con gallerie di diversi paesi. Le disparità nei tassi di IVA erano impossibili da ignorare", ha dichiarato Festa. "Questa riforma non è solo utile, ma essenziale per il futuro del mercato dell'arte in Italia".
Con un ambiente fiscale ora più favorevole, le gallerie e gli artisti italiani saranno meglio posizionati per competere a livello globale, aumentando potenzialmente la loro visibilità sui mercati internazionali e attirando un gran numero di nuovi collezionisti in Italia.
Il vantaggio competitivo dell’Italia nel mercato dell'arte globale
La riduzione dell'IVA avrà senza dubbio effetti a lungo termine, permettendo all'Italia di riconquistare il proprio vantaggio competitivo sui mercati europei e mondiali dell'arte. Nel 2024, le vendite d'arte in Italia sono state stimate tra i 381 milioni e i 425 milioni di dollari, una cifra che appare modesta rispetto ai 10,4 miliardi di dollari generati dal Regno Unito e ai 4,2 miliardi di dollari della Francia. Con il nuovo tasso di IVA, l'Italia potrebbe diventare una destinazione più attraente per i collezionisti internazionali e gli operatori del mercato dell'arte, desiderosi di sfruttare le politiche fiscali favorevoli del paese.
Dr. Love, Happy sea, 2025, disponibile su Artsper
Prospettive: una nuova era per l’arte italiana
La decisione del governo italiano di ridurre l'IVA sulle vendite d'arte dal 22% al 5% avrà un effetto trasformativo sul mercato dell'arte del paese. Con il potenziale di aumentare le vendite delle gallerie, stimolare il commercio internazionale e rafforzare la posizione culturale globale dell'Italia, questa riforma politica segna un nuovo capitolo per il settore artistico italiano.
Mentre il mondo dell'arte attende con impazienza l'attuazione di queste riforme, è chiaro che l'Italia è pronta a riprendersi il suo posto di leader mondiale nel mercato dell'arte, offrendo un ambiente competitivo e dinamico per collezionisti, mercanti, gallerie e artisti.